Grazie all’impegno di una cooperativa sociale che ha deciso di investire in un progetto di integrazione sociale, la stampa 3D è arrivata in carcere per offrire un’opportunità ai detenuti.

Stiamo parlando di un carcere di Como che, tramite la cooperativa sociale senza scopo di lucro Impronte di Libertà, ha introdotto al suo interno la costruzione e l’utilizzo di stampanti 3D professionali.

Questo connubio rappresenta l’inizio di un percorso formativo e riabilitativo attuato per reintegrare i detenuti nel mondo del lavoro e reinserirli in società.

Tre laboratori, realizzati con contributi regionali, per sarti, stilisti, grafici ed esperti di stampa 3D, frequentati da circa trenta persone detenute nel carcere, impegnate a crearsi una professionalità per quando torneranno liberi.

In particolare, il corso di stampa 3D ha un duplice obiettivo: creare un impiego retribuito derivante dalle commesse che giungono da aziende esterne e formare dei tecnici che possano spendere le proprie capacità all’esterno una volta terminato il periodo carcerario.
Sono già state avviate collaborazioni con aziende di moda e bigiotteria, settore di studio del laboratorio 3D.

La stampa 3D si configura essere una vera rivoluzione, non solo dal punto di vista tecnico, bensì anche sociale.

 

Noi di S&T Laser siamo specializzati nella stampa 3D in metallo.

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